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Per costruire una Comunità Politica sempre più rappresentativa del nostro Territorio
Un metodo semplice, efficace e gratuito che ognuno di noi può utilizzare per sostenere i Democratici
Ventotene è il manifesto fondativo della nostra
Europa!!!
Oggi, 19 marzo 2025, l'Aula della Camera è stata oltraggiata dalle parole della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha insultato il Manifesto di Ventotene e insieme ad esso la storia di questo Paese e le fondamenta stesse della nostra democrazia.
Si inginocchi di fronte a queste donne e uomini, altro che dileggiarli.
Vergogna!
Pensiamo che tutte e tutti dovrebbero vedere questo video. Se potete, condividetelo con i vostri contatti su Whatsapp.
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QUI TROVATE IL MANIFESTO DI VENTOTENE
Ciao,
Mercoledì 19 marzo, alle ore 16.00, si terrà - esclusivamente online - il quinto webinar sulle priorità politiche del PD.
Sarà dedicato ai diritti sociali e civili l’ultima tappa del ciclo formativo attraverso il quale arriveremo, a fine mese, alla Scuola nazionale di Frascati (28-30 marzo).
Con Marwa Mahmoud, Responsabile Partecipazione e Formazione politica nella Segreteria nazionale, ci saranno Marta Bonafoni, Coordinatrice della Segreteria nazionale del Pd, Angelo Schillaci, Professore associato di Diritto pubblico comparato alla Sapienza e Coordinatore del Tavolo permanente PD- Associazioni LGBTQIA+, Alessandro Zan, Responsabile Diritti nella Segreteria nazionale.
Assistiamo ormai da anni alla regressione del nostro Paese sul piano dei principali indicatori dello sviluppo umano. Questo arretramento ci dice che i diritti non sono un menù dal quale scegliere quel che ci piace di più o che conviene sul momento. Non c’è un prima e un dopo per lottare per il futuro delle nostre comunità.
"Visita oculistica? La prima disponibilità è nel 2026”.
È la risposta che si è sentita dare una milanese di 91 anni che semplicemente voleva prenotare una visita oculistica di controllo. Peccato che, dall’altra parte del telefono, uno dei centralini regionali – magari situato a Paternò, in Sicilia, terra della famiglia La Russa (ogni tanto va ricordato) – le abbia offerto la prima disponibilità tra più di un anno.
E non a Milano, ma a Codogno. Un’ora di auto.
Sotto la giunta Fontana, il diritto alla salute è garantito praticamente solo a chi può permettersi di pagare di tasca propria visite ed esami. Mentre la destra continua a smantellare la sanità pubblica, noi non ci fermiamo.
La nostra proposta di legge di iniziativa popolare, sostenuta da oltre 100.000 lombarde e lombardi, presto inizierà il suo iter in Consiglio regionale. Nel frattempo, segnatevi queste date in agenda: 14 e 15 marzo. Torna a Milano la nostra conferenza regionale sul diritto alla salute, con tanti ospiti e amici.
DOCUMENTO CONFERENZA PROGRAMMATICA LECCHESE
DOCUMENTO PREPARATORIO
VERSO LA CONFERENZA DI ORGANIZZAZIONE
PREMESSA: ANALISI E OBIETTIVI DEL PERCORSO
Nel 2020 una ricerca ISTAT “report partecipazione politica” evidenziava un preoccupante aumento di persone dai 14 anni in poi che negli ultimi cinque anni avevano smesso di partecipare direttamente o indirettamente alla vita politica del paese. I partiti non sono più “attraenti” per la società civile (cittadini). Il problema si pone innanzitutto per quelle forme partito basate su partecipazione ed organizzazione e quindi il Partito Democratico. Partendo da questi presupposti è necessario approfondire la situazione della nostra Federazione per comprenderne gli aspetti che più ci riguardano. I problemi che hanno portato i nostri Circoli a non essere più luoghi “vissuti” e riconosciuti come luoghi di politica attiva sono molteplici: alcuni sono dichiarati dagli stessi iscritti, molti sono espressi in modo poco definito come se necessitassero di essere elaborati. Si riscontra la sincera consapevolezza in merito a cause esterne, ma con altrettanta sincerità nell’analisi si evidenziano cause di maggior portata a livello interno. Le cause interne riguardano più piani: sicuramente quello territoriale, ma innanzitutto le dinamiche, le situazioni e le difficoltà che negli ultimi anni hanno attraversato il Partito Democratico da nord a sud paese così come, in senso più ampio, una classe dirigente nazionale che è stata percepita come meno capace di rispondere alle reali esigenze delle persone. Se il primo passo è partire da una analisi di noi stessi per non tralasciare nulla, che però abbia come fino ultimo rimettere al centro gli iscritti ed i livelli organizzativi di base, la ricerca delle cause che hanno condotto alla situazione di oggi non possiamo preconfezionarle, ma chiedere questo a chi vive le problematiche sulla propria pelle. Consapevoli tutti di una realtà complicata in cui oggi si ritrovano i Circoli della nostra provincia si prospetta la necessità di delegare agli stessi il compito di identificarle, attraverso una indagine guidata e ragionata perché la Federazione ne tragga una sintesi precisa della situazione di oggi. In questi anni la situazione dei Circoli e quindi della Federazione è stata un limite per diverse questioni da tenere in considerazione: dove i circoli sono deboli e meno presenti, è complicato o impossibile avere rappresentanze nelle Amministrazioni comunali. La scarsa partecipazione alle attività del Circolo, soprattutto in un momento in cui siamo all’opposizione, significa abbandonare le problematiche della collettività, allontanandosi anche da chi vorrebbe che il nostro partito rappresenti le proprie idee e aspirazioni. Un partito assente dal territorio fisicamente e a livello di idee ha significato l’assenza di ricambio generazionale, di crescita di nuovi iscritte ed iscritti, ma soprattutto l’assenza di alternativa per chi oggi vive il disagio di non conoscere o di non avere una rappresentanza politica nemmeno nel proprio territorio. Non per ultimo le nostre difficoltà hanno anche lasciato spazio a “modelli” e idee che da sempre la sinistra ha cercato di combattere, quelli che oggi sono perseguiti dalla destra, ma che per molti hanno significato l’unico punto di riferimento. Il percorso che abbiamo in mente e che si vuole sviluppare è necessario per costruire una alternativa alla situazione. Rivisitando la struttura attuale, anche negli snodi organizzativi dimenticati, si intende elaborare applicazioni innovative affinchè l’interesse e l’impegno dei singoli riconsegni il senso stesso della partecipazione: essere protagonisti dell’attività politica. Questo comporterà necessariamente il coinvolgimento dei Circoli in merito alle cause, agli elementi dello stato attuale anche in relazione alle modalità con cui svolgono la propria attività, agli strumenti che utilizzano e che possono far emergere le criticità da affrontare per rilanciare la crescita e il dibattito al proprio interno, nella Federazione e nei territori.
1 CIRCOLI, CIRCONDARI E FEDERAZIONE
Partendo dai dati oggettivi come il numero dei Circoli, il numero dei Tesserati divisi per fasce d’età, di genere, di anni di militanza e all’utilizzo dei canali informativi, attraverso la comparazione con i dati degli anni precedenti, sarà possibile integrare l’analisi sui contenuti che emergeranno. Circoli e Circondari Nell’ultimo Congresso ci si è accorti ancora di più delle difficoltà operative dei Circoli. In particolare, diversi Circoli sono direttamente seguiti dalla Segreteria perché senza Segretaria/o (Colico, Osnago/Montevecchia/Cernusco/Lomagna, Verderio/Robbiate, Valsassina) o perché fermi con la propria attività da molto tempo (Paderno d’ Adda, Monte Marenzo/Carenno). E’ prioritario per la Federazione sostenere un rilancio dell’attività. L’avvio della discussione dovrà coinvolgere tutti i Circoli in vista della Conferenza d’organizzazione, con l’obiettivo di valutare forme di collaborazione tra i Circoli limitrofi da una parte e dall’altra avere un Direttivo che possa riprendere un percorso con gli iscritti. Riprendendo i principi del Regolamento organizzativo della Federazione e adattandolo alle esigenze attuali, sarà quindi necessario costituire in questa fase coordinamenti operativi in tutti i Circondari della Provincia. I coordinamenti di Circondario sarebbero un concreto livello intermedio organizzativo fondamentale per il presente ed il futuro. Un punto di riferimento sul territorio per il coordinamento dell’attività politico - organizzativa dei Circoli nei 7 Circondari. Il livello provinciale Anche il livello provinciale avrà la necessità, in parallelo con la discussione nei Circoli, di analizzare le dinamiche e le problematiche politico-organizzative che si sono riscontrate in questi anni. Sulla base delle esperienze e dei ruoli, interrogarsi ed interrogare gli organismi della Federazione perché siano sempre più chiare le competenze, le prassi, e gli strumenti con i quali si provvede al funzionamento della Federazione stessa, alla conseguente definizione delle scelte politiche e alla rappresentanza del PD con i soggetti politici o non politici esterni. Gli oggetti della discussione per il livello provinciale: - Gli organismi e la formazione dell’indirizzo politico: Direzione, Assemblea, Segreteria - I rapporti con gli organismi del Regionale - Tavoli di lavoro: ruolo, obiettivi e focus dell’attività, basata e in corso - Rapporto con i Circoli - Rapporto con Amministratori locali - Rapporti con organizzazioni territoriali e altre forze politiche - Attività a supporto: informazione, comunicazione e organizzazione
2 ARTICOLAZIONE DEL PERCORSO VERSO LA CONFERENZA
Il documento dovrà essere discusso e votato in Assemblea ed in Direzione provinciale e condiviso con la Segreteria ed i Segretari di Circolo. Una volta avvenuti questi passaggi la Segreteria avrà il compito di presentare gli obiettivi e il significato di questo percorso ai Circondari calendarizzati come sotto riportato. Ottobre: 17 ottobre Circondario Casatese 21 ottobre Circondario Valle San Martino 22 ottobre Circondario Valsassina 24 ottobre Circondario Oggionese 28 ottobre Circondario Meratese Novembre: 7 novembre Circondario Lecchese 11 novembre Circondario Lago 14 novembre Circondario città di Lecco RUOLO DEGLI ORGANISMI DELLA FEDERAZIONE La Segreteria, la Direzione e l’Assemblea La Segreteria coordinerà i lavori, in contatto con i Segretari di Circolo e tenendo aggiornata la Direzione sull’andamento del percorso e sui contributi discussi nei Circoli. Una volta effettuato il passaggio nei Circondari, con la partecipazione dei diversi responsabili della stessa, sarà compito di singoli Circoli avviare la discussione interna, che dovrà concludersi nel mese di dicembre, attraverso la formulazione di documenti. L’Assemblea e la Direzione, una volta approvati i documenti di supporto al percorso, su proposta della Segreteria, saranno chiamati a condividere, arricchirne l’analisi e l’elaborazione di una prima sintesi dei contributi dei Circoli in vista della Conferenza. I Segretari di Circolo e gli iscritti ai Circoli Dopo la votazione degli organismi provinciali, la presentazione del documento e del percorso da parte della Segreteria provinciale nei Circondari come da calendario, si avvierà la fase di discussione politico-programmatica nei Circoli. I Segretari di Circolo, supportati dalla Segreteria, saranno i principali riferimenti per l’organizzazione del percorso e la formulazione dei contributi per l’elaborazione del documento finale. Attraverso la condivisione di questo documento e di una scheda (allegato 1) che guidi la discussione nei Circoli, successivamente alle riunioni di Circondario, sarà necessario convocare uno o più incontri di Circolo, favorendo la massima partecipazione per avviare la discussione e la costruzione di un documento che raccolga le riflessioni, le analisi e le proposte degli iscritti sulle problematiche e sui punti individuati. È proprio con la discussione nei Circoli che si concretizza la fase più importante del percorso e il raggiungimento di una parte importante degli obiettivi dati. Partendo dalle linee guida e da questo documento, le iscritte e gli iscritti sono chiamati a ragionare attorno alle cause ed ai possibili strumenti per il rilancio di tutto ciò che è stato chiarito in premessa. 3 LE SFIDE DEL FUTURO In questi anni abbiamo constatato come in Provincia di Lecco la politica abbia smesso di interrogarsi e trovare risposte per il futuro del territorio. Le scelte organizzative sono funzionali, a supporto, delle ben più importanti scelte programmatiche. In questo senso La Conferenza dell’8 febbraio dovrà necessariamente anche individuare gli obiettivi che ci vogliamo prefiggere. Fondamentale, infatti, sarà lavorare sulle priorità programmatiche per costruire una nuova visione della Provincia.
I TEMPI DEL PERCORSO VERSO LA CONFERENZA
Dal 17 ottobre al 14 novembre, come da calendario, ci sarà presentazione nei Circondari del percorso verso la conferenza programmatica. Ogni Circolo, successivamente alla presentazione del proprio Circondario, potrò convocare il numero di riunioni che preferisce per la discussione e stesura dei documenti in cui dovranno essere indicati anche i partecipanti alla Conferenza di organizzazione. La scadenza per l’invio dei documenti dei circoli è il 25 gennaio 2025. I contributi dei Circoli, così come i contributi degli organismi provinciali, comporranno il documento finale che verrà discusso ed elaborato dalla Conferenza dell’8 febbraio 2025. La Conferenza sarà un momento aperto a tutte e tutti gli iscritti della Federazione. La platea della stessa oltre che dalla Presidente dell’Assemblea e dalla Segreteria provinciale, dalla Portavoce provinciale della CDD, dal Segretario provinciale dei GD, sarà composta dalle delegazioni dei circoli della provincia indicati dalle Assemblee di circolo: Tre partecipanti per ogni circolo tra cui: la/il segretaria/o di Circolo più due iscritti/iscritte che rispettino la rappresentanza di genere e generazionale. Le delegazioni di Circolo parteciperanno ai lavori della Conferenza, alla discussione e alla elaborazione del documento finale del percorso. La Conferenza si terrà l’8 febbraio 2025
ALLEGATO 1 : TRACCIA PER LA DISCUSSIONE NEI CIRCOLI
Obiettivi - La discussione nei Circoli è la parte fondamentale del percorso di riflessione politico-organizzativa nei prossimi mesi. Come definito nella premessa del documento, i Circoli avranno il compito di costruire i contributi attorno ai quali ridefinire l’organizzazione, la partecipazione e il rapporto con il territorio. In particolare, di seguito riportiamo le tematiche dalle quali avviare una analisi sulla situazione attuale e sulle possibili soluzioni da adottare per rilanciare e migliorare l’azione del PD Lecco. Modalità delle riunioni, partecipazione, tematiche - Si vuole comprendere come le iscritte e gli iscritti si interfacciano e partecipano alle riunioni dei Circoli, com’è la partecipazione e quali sono le cause di una maggiore o minore presenza degli iscritti. Inoltre, è importante capire quali sono i temi che vengono trattati nelle riunioni e quali invece potrebbero facilitare un maggiore coinvolgimento. Come viene intesa e interpretata oggi il la partecipazione all’attività dei singoli Circoli, quali sono gli aspetti di criticità e come invece in futuro si può dare un nuovo slancio all’attività degli stessi. L’interrogativo principale ruota attorno alla funzione del Circolo oggi, visto dagli iscritti e le aspettative che gli stessi hanno per il futuro. Circoli e territorio: attività, rapporto con amministrazioni, associazioni e con i cittadini Non si può pensare al Circolo come ad un livello organizzativo chiuso. Per questo è fondamentale capire oggi quali sono le attività pubbliche che i Circoli svolgono, se le stesse sono in linea con le aspettative degli iscritti e se le attività o iniziative sono utili anche per confrontarsi con la cittadinanza. Un importante contenuto della discussione dovrà focalizzarsi sul rapporto avuto fino ad oggi con l’Amministrazione locale e/o le Amministrazioni del territorio e come rinnovarlo affinché il PD riprenda il proprio protagonismo nelle dinamiche comunali: nella formazione delle liste, durante la campagna elettorale e durante il mandato amministrativo. Sarà importante conoscere quali sono i rapporti tra i Circoli e i soggetti politici, associativi, aggregativi del proprio ambito territoriale: se esistono, quale contributo danno. Informazione e Comunicazione La comunicazione interna e nel territorio è una delle principali attività dei Circoli. Si dovrà capire quali sono le azioni di informazione e comunicazione che oggi vengono portate avanti, con quali strumenti vengono veicolati a livello interno (mail, whatsapp ecc.) e nei confronti dell'esterno (comunicati, social, mail ad elettori, volantini ecc.), ma soprattutto come migliorare e rendere strutturale una comunicazione efficace per fare conoscere le nostre idee, i nostri appuntamenti e le attività del Circolo. Circoli e Federazione: organizzazione, coordinamento e comunicazione Il rapporto tra Circoli e Federazione è un punto centrale della nostra riflessione. Con la discussione nei Circoli vogliamo analizzare i limiti organizzativi, informativi e di comunicazione che riguardano il rapporto tra i due livelli, quali sono le carenze. Compresi questi aspetti è necessario ripensare il rapporto tra i Circoli e gli organismi provinciali sia dal punto di vista delle priorità programmatiche, sia da quello comunicativo, sia per quello che riguarda la formazione dell’indirizzo politico provinciale. L’obiettivo dovrà essere analizzare e definire una migliore consapevolezza dei diversi ruoli e funzioni. Partendo dall’idea e dalle aspettative che gli iscritti hanno rispetto il livello provinciale e in particolare riguardo ai rapporti con le forze politiche, al coordinamento degli Amministratori, le scelte strategiche, l'organizzazione, la formazione, l'iniziativa politica.
Lecco, giovedì 10 ottobre 2024
Le svolte di Draghi a costo zero per il futuro dell’Europa
"Inauguriamo lo spazio dedicato a Temi di rilievo politico e sociale generale con il richiamo ad un articolo di Romano Prodi sulle proposte di riforma dell'Unione prospettate dal rapporto Draghi.
L'articolo di Prodi pone l'accento su due questioni di (quasi) immediata fattibilità: l'utilizzo del voto a maggioranza ove possibile, senza ricorrere all'unanimità, e la semplificazione normativa.
Questi sono aspetti necessari per avvicinare l'Europa al sentire comune, che in essa vuol trovare soluzioni a problemi pressanti, come la crescita economica, il lavoro, l'ambiente e la sicurezza.
Senza una semplificazione ed una maggiore agilità nell'affrontare i problemi, avranno buon gioco sovranisti e destre estreme nel falsificare la realtà ed indicare nell'Europa un ostacolo anziché la soluzione a molti problemi."
Eugenio Carnazza, segretario
Il rapporto Draghi ci ha fornito un quadro completo ed esauriente dei grandi progressi che l’Unione Europea deve compiere per ritornare a ricoprire il dovuto ruolo nel mondo o, semplicemente, per sopravvivere. Il quadro è tecnicamente ineccepibile e completo nel suggerire gli interventi e gli investimenti necessari per competere con Cina e Stati Uniti.
Da parte di molti politici e commentatori si è immediatamente obiettato che tutto questo, comportando un volume di spesa dell’ordine di 750-800 miliardi di Euro all’anno, troverà ostacoli difficili da superare sia per le difficoltà finanziarie di molti paesi, sia per le opposizioni politiche che i governi, a partire da quello germanico, stanno già portando avanti di fronte all’ipotesi di dovere contare su un sostanzioso indebitamento europeo.
Nelle azioni proposte da Draghi vi sono tuttavia due possibili rivoluzioni che non costano nulla. La prima riguarda la ben nota e discussa riforma dei processi decisionali dell’Unione, mettendo fine al voto all’unanimità, prospettando un’estensione del voto a maggioranza qualificata fino ad ipotizzare un’Europa a più velocità, con alcuni paesi che intendono essere d’esempio, operando fra di loro in modo più stretto. Come è peraltro avvenuto nel caso dell’Euro che, partito con dodici paesi partecipanti, è arrivato a comprenderne venti.
Questa è tuttavia una rivoluzione che, pur non costosa, il rapporto Draghi non può sperare di concretizzare in un tempo prevedibile perché non vi è, almeno ora, un clima politico favorevole. I governi (a partire da quello ungherese per arrivare a quello italiano) non sono disposti a rinunciare al diritto di veto e non esiste, almeno per ora, lo spirito di collaborazione fra Francia e Germania che è necessario per proporre una cooperazione rafforzata nei confronti delle grandi decisioni che condizionano il futuro dell’Europa, a partire dalla politica estera e dalla difesa.
Il rapporto auspica tuttavia che il voto a maggioranza qualificata, evitando il diritto di veto, possa essere applicato con maggiore frequenza anche se non nelle decisioni fondamentali. Qualcosa può essere comunque fatto: prendiamolo come auspicio.
La proposta di Draghi può essere invece messa in atto rapidamente e senza problemi di bilancio per quanto riguarda la semplificazione delle gravose e spesso incomprensibili norme che vengono imposte a ogni tipo di attività dal complicato intreccio fra le disposizioni europee e le legislazioni nazionali.
In questo campo si è creata una situazione che sta soffocando l’Europa in ogni settore, dalle imprese produttive alle strutture di ricerca e di insegnamento, fino al funzionamento dei servizi e della Pubblica Amministrazione.
Le Piccole e Medie Imprese non riescono più a fare fronte agli obblighi aggiuntivi che impongono costi insopportabili e del tutto ridondanti rispetto agli obiettivi che quest’eccesso di clausole burocratiche si propone. Come si legge nel rapporto Draghi le nuove normative europee crescono infinitamente di più di quanto non avvenga nelle economie comparabili. Tra il 2019 e il 2024 negli Stati Uniti sono stati promulgati 3500 testi di legge e l’UE, con competenze più limitate, ne ha approvate 13000, senza che si posseggano gli strumenti per analizzare i costi e i benefici di questi obblighi aggiuntivi. A questo si somma il costante appesantimento delle norme stesse attuate dagli Stati nazionali nel momento del recepimento. L’invito alla semplificazione e all’eliminazione di sovrapposizioni e incongruenze viene finalmente presentato, dal rapporto Draghi, come un obiettivo prioritario per il salto di qualità della nuova Europa, iniziando almeno con l’adottare le stesse metodologie e gli stessi criteri procedurali a livello nazionale e comunitario. Sembrano proposte minori, ma sono condizione necessaria per ogni aumento di efficienza.
Abbiamo fatto riferimento all’impatto sproporzionato di normative che riguardano le PMI, ma non è certo di minore importanza constatare che ogni ricercatore o docente universitario impiega ormai quasi la metà del suo tempo nell’adempiere alle sempre più complesse pratiche burocratiche europee e nazionali, e solo l’altra metà può essere dedicata alla ricerca e all’insegnamento. E non si tratta di un caso isolato perché ormai questa tragedia si estende in tutti i settori. E si deve ammettere che questa moltiplicazione di norme non è il frutto di una strategia che tiene conto del grado di importanza e dei costi e benefici dei nuovi obblighi. Per fare un esempio, non è facile spiegare a un comune cittadino come sia stato imposto il pur opportuno obbligo di legare in modo indissolubile il tappo di plastica alla bottiglia dell’acqua minerale e, dopo decenni di discussione, non sia stato concordato uno standard unico per le ben più importanti prese elettriche, ancora diverse da paese a paese.
Proprio per evitare queste incongruenze e sottolineare l’importanza del problema, il rapporto Draghi ha posto come prioritario questo obiettivo.
Il compito di semplificare la legislazione, ridurre gli obblighi amministrativi e misurare i costi e i benefici di ogni proposta e di ogni emendamento, in perfetta linea con il rapporto Draghi, è stato da Ursula von der Leyen inserito con la dovuta enfasi tra i gravosi e numerosi compiti affidati al fedele e potente Commissario Valdis Dombrovskis. Ci auguriamo davvero che il compito venga adempiuto non solo con la dovuta diligenza, ma anche con la necessaria sollecitudine.
E’ comunque fonte di orgoglio che l’incarico di indicare le strade per migliorare il futuro dell’Europa sia stato principalmente affidato a due eminenti politici italiani, ma non vorrei che i saggi e opportuni suggerimenti di Enrico Letta e di Mario Draghi rimanessero soltanto dei suggerimenti.
Oggi il Partito Democratico compie 17 anni!
Quel 14 ottobre 2007 con le prime primarie democratiche abbiamo dato vita a una forza progressista che aveva una grande ambizione: tenere insieme più storie e culture per dare le risposte che l’oggi aspettava, un oggi e un futuro da rendere più giusto, davvero per tutte e per tutti.
Sono stati anni intensi in cui nei territori, con i nostri circoli, i nostri amministratori e le nostre amministratrici, ogni giorno abbiamo lavorato per cambiare e migliorare la vita delle persone, promuovendo nuovi diritti, giustizia e solidarietà.
Ora però guardiamo al futuro, con ancora più passione ed energia, per costruire insieme un’alternativa sempre più forte a questa destra che vuole riportarci ad anni bui, togliere diritti, confinarci nella rabbia e nella paura.
Nel giorno del compleanno del nostro partito rinnoviamo la promessa di costruire giorno per giorno un futuro di speranza e di diritti, un futuro che possiamo rendere reale solo con voi!
“Giorgia Meloni in un video del 2019 dal benzinaio spiegava in modo didascalico il funzionamento delle accise sui carburanti. Ora, 5 anni dopo, da Palazzo Chigi spieghi in modo altrettanto didascalico il motivo per cui ha deciso di aumentare quelle stesse accise per fare cassa sulle tasche delle famiglie e delle imprese italiane.
Perché di questo stiamo parlando: aumentare le accise sul diesel equivale a introdurre una nuova tassa che tutti i giorni le italiane e gli italiani pagheranno. Giorgia Meloni ha deciso di prelevare 3 miliardi di euro in piu' dai portafogli di chi possiede un'auto diesel e dal settore dell'autotrasporto.
Il tutto mentre i treni sono nel caos che abbiamo visto ieri, e il Governo non ha messo risorse sul trasporto pubblico locale e sulla mobilità sostenibile.
Dato che saranno gli italiani a metterci i soldi, lei almeno ci metta la faccia e spieghi al Paese la tassa Meloni, dopo anni di roboanti annunci di tagli sulle accise.” - Elly Schlein
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